La professoressa dell'ANPI
Una piccola storia monzese
Umberto De Pace
Viola era stata scelta insieme a Matteo per le gare di corsa campestre che si sarebbero tenute alla Cascina San Fedele all'interno del Parco di Monza. Il giorno della gara, accompagnati dai propri genitori, i ragazzi raggiunsero il luogo dell'appuntamento dove ad attenderli c'era il loro professore di ginnastica. La mamma verrà a prenderti a fine gara. Forza e corri come il vento! il papà abbracciò Viola prima di lasciarla per andare a lavoro. Il prato di fronte alla Cascina San Fedele si stava riempiendo poco alla volta di ragazzi, ragazze e professori di tutte le scuole di Monza e con loro alcuni genitori. Mentre il loro professore se ne stava a chiacchierare con una sua collega, Viola si aggirava per il grande prato, osservando quanto accadeva intorno a lei in attesa del suo turno per la corsa. Quella sera a casa durante la cena il padre chiese a Viola: Allora com'è andata la gara questa mattina?. Bene, ci siamo qualificati come scuola per le prossime competizioni però non è giusto Cosa non è giusto Viola? Non è giusto che il nostro professore se ne fregasse di noi e se ne sia stato tutta la mattina in giro per i fatti suoi! Ma come? Non vi ha fatto fare un po' di riscaldamento? Non vi ha dato consigli prima della gara? Ma cosa dici papà non ci ha nemmeno guardato Humm la solita storia, come con tuo fratello, sempre sfortunato con i professori di ginnastica, purtroppo Però lo sai papà che questa mattina c'era una professoressa che allenava i suoi ragazzi e poi l'ho vista seguirli durante la gara, pensa li incitava anche quando correvano era propria carina Oohh questa sì che è una cosa bella, per fortuna che ci sono professori che fanno bene il loro dovere e hanno quella marcia in più rispetto a tanti altri Si, era quella stessa persona che era venuta l'anno scorso nella nostra classe a parlarci dei partigiani e della resistenza Non ricordi come si chiama? Non ricordo, era, era la professoressa dell'ANPI !. Risero tutti quanti insieme quella sera. Il papà di Viola pensò fra se e se che in fondo son sempre le persone a fare la differenza, ieri come oggi. Ieri grazie a chi si impegnò nella lotta partigiana, o nel rifiuto di servire l'occupazione nazista, o negli scioperi nelle fabbriche; il loro sacrificio contribuì a sconfiggere il nazifascismo e a consegnarci un futuro di democrazia e libertà, il loro esempio, pur minoritario, ha fatto la differenza ridando dignità a un paese macchiatosi dell'infamia fascista. Oggi è grazie a persone come la professoressa dell'ANPI che non solo si mantiene viva la memoria di quel sacrificio e di quel pezzo di storia del nostro paese ma si da a quella storia una continuità nel presente con dedizione e partecipazione, con gioia e impegno per la costruzione di un futuro migliore. Questo pensò il padre di Viola. Buon 25 aprile. Umberto De Pace P.S.: la foto, anzi la fotocopia, mi è stata data questa mattina da Anna, studentessa liceale monzese. Nella foto è ritratto suo nonno insieme a un gruppo di partigiani in via Lecco a Monza nell'aprile del 1945. Finalmente Liberi. EVENTUALI COMMENTI lettere@arengario.net Commenti anonimi non saranno pubblicati 25 aprile 2012 |